IL CAMMINO DI SAN GIACOMO IN SICILIA
Il Cammino di San Giacomo in Sicilia non è solo pellegrinaggio o trekking, è anche un viaggio in un territorio che ha delle eccellenze nascoste incredibili, che solo in Sicilia si possono trovare. Non solo Caltagirone e Piazza Armerina, simboli del barocco e archeologia, ma tanto altro da scoprire, tappa dopo dopo, che renderanno questa esperienza unica ed indimenticabile.
"L'Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l'unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita“ — Johann Wolfgang von Goethe
LE CITTA' DEL CAMMINO
Il Cammino di San Giacomo in Sicilia si snoda lungo i luoghi incontaminati della Sicilia di mezzo che da Caltagirone in provincia di Catania attraversando la provincia di Enna ci conducono a Capizzi in provincia di Messina. Passando per Mirabella Imbaccari,Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera, Assoro, Nissoria e Nicosia. La Sicilia è storicamente pregna di cultura, dimora di grandi intellettuali. Le città lungo il cammino sono circondati e intrisi di testimonianze monumentali del suo splendore passato e attrattive di livello internazionale che ne sottolineano lo splendore presente. La Sicilia è conosciuta in tutto il mondo per le sue eccellenze culinarie e culturali, per la sua storia e per le sue tradizioni artistiche e Culturali. Il Cammino di San Giacomo in Sicilia è ricco di monumenti e luoghi incontaminati, ogni tratto di cammino corrisponde ad un pezzo di storia... e voi cari pellegrini, pogerete il vostro piede sulla storia di un'isola che ha ispirato molti artisti del passato e contemporanei.
Alcuni piatti della cucina siciliana
La Sicilia terra di sole, di mare. monti e tesori della storia dell'arte. La sua unicità risiede anche nelle specialità tipiche, imperdibili in un viaggio attraverso le provincie di questa favolosa isola: gli arancini, i cannoli siciliani o un buon piatto di pasta alla norma. Un cammino enogastronomico che non ha eguali e vi farà desiderare di rimanere più a lungo possibile in questa magica terra.CANNOLO
Il cannolo o “cannolu” è un dolce tipico siciliano, conosciuto e rinomato in tutto il mondo, un dolce dal sapore unico. Viene naturale pensare che siano stati proprio i siciliani ad inventarlo, ma in realtà non è affatto così. Questo è infatti un dolce di origini arabe. È necessario ricordare che sono innumerevoli le ricette e le tradizioni che i siciliani hanno scoperto durante il periodo della dominazione araba. Persino molte parole del dialetto siciliano derivano proprio dall’arabo! Un’eredità quella che gli arabi hanno lasciato ai siciliani ricchissima, un’eredità che ancora oggi si fa sentire in modo intenso e da cui non è affatto possibile fuggire.
ARANCINI
Chi conosce ed ama la Sicilia, non può non apprezzare gli arancini di riso, uno dei più tipici esempi di cibo da strada della tradizione gastronomica della regione, venduti ovunque, sulle bancarelle, nei forni, nei mercati, nelle friggitorie. Arancino o Arancina? Gli arancini possono assumere una forma arrotondata (si chiamano “arancine” a Palermo e nella parte occidentale della Sicilia) o principalmente conica (“arancini” a Catania e nella parte orientale). Il dibattito in merito al nome sembra non arrivare a nessuna conclusione perché non ci sono delle prove ufficiali che ne dimostrino la corretta pronuncia. L’etimologia porta a credere che il nome derivi proprio dalla forma, simile a quella di un’arancia.
GRANITE
Le origini della granita siciliana risalgono alla dominazione araba della Sicilia. Gli arabi introdussero sull’isola la ricetta dello sherbet, una bevanda ghiacciata aromatizzata con succhi di frutta o acqua di rose. Per riprodurlo, i nobili catanesi utilizzavano direttamente la neve raccolta d’inverno sui monti Peloritani, i Nebrodi, l’Etna o gli Iblei che veniva poi stivata durante l’anno nelle nivieri, delle costruzioni in pietra erette sopra delle grotte: a rendere possibile tutto il processo erano i nivaroli, le persone deputate alla raccolta e alla conservazione della neve che poi veniva ricoperta con sciroppi ed estratti di fiori. Tale preparazione risulta alla base della grattachecca romana, diffusa fino al primo Novecento con il nome di rattata (grattata).
PARMIGIANA
La Parmigiana Fredda è la versione siciliana della classica parmigiana di melanzane (quella al forno con la mozzarella), una versione a Freddo preparata con melanzane fritte, sugo di pomodoro, parmigiano grattugiato e basilico; una ricetta semplice e veloce perfetta per l’Estate perché viene preparata a freddo (anche con le melanzane fritte avanzate) e la si gusta dopo averla fatta riposare in Frigo per un paio d’ore! Se non avete mai provato le Parmigiana Siciliana fredda, l’estate è il momento giusto per provarla; quando il piacere per i piatti freddi prende il sopravvento su quelli caldi, vi lascio solo immaginare la bontà di un panino farcito con delle melanzane alla parmigiana!
PASTA ALLA NORMA
La pasta alla norma nasce a Catania, diventando presto, grazie al suo successo, un piatto diffuso in tutta la Sicilia. Del resto, è difficile resistere ad un piatto di pasta al pomodoro (generalmente maccheroni) a cui vengono aggiunte melanzane fritte, ricotta salata grattugiata e basilico a dare quel tocco di freschezza mediterranea che caratterizza il piatto e bilancia il fritto della verdura. Ma perché questo primo piatto si chiama proprio “alla norma”? Sembra che questo nome sia stato battezzato dal commediografo catanese Nino Martoglio che, ammaliato dal profumo e dalla bontà del piatto, avrebbe esclamato: “Chista è ‘na vera Norma!”. Il riferimento è alla “Norma”, celebre opera del compositore Vincenzo Bellini, conterraneo del commediografo e della pasta.
PASTA 'NCASCIATA
Non sorprende che, da buon siciliano, il commissario Montalbano vada ghiotto di questa golosa preparazione sicula a base di pasta con caciocavallo e melanzane. La pasta 'ncasciata, nota anche come pasta 'ncaciata, è un piatto tradizionale della cucina siciliana diffuso in quasi tutto il territorio del messinese, in particolare nella località di Mistretta, dove è pietanza tipica. Trattasi, nella variante più comune, di un timballo di maccheroni a base di ragù, polpette, uova sode, salame, caciocavallo, melanzane fritte e piselli.
PANE E PANELLA
Lo street food fritto, qui rappresentato dal duo iconico pane e panelle. La formula è semplicissima: le morbide "mafalde", i panini al sesamo tipici palermitani, vengono imbottite con sottili frittelle di acqua e farina di ceci. Molto spesso ad accompagnarle ci sono i cazzilli, crocchette di patate condite con sale, pepe e limone. Uno snack che nasce povero, come tutti i piatti a base di legumi del resto, che un tempo costituivano una fonte proteica “facile” e alternativa alla carne; e che povero rimane, ma non ci lamentiamo anzi. Economico, accidentalmente vegano ed estremamente gustoso: cosa volere di più?
SARDE A BECCAFICO
Le sarde a beccafico sono un gustosissimo secondo piatto colorato, profumato e saporito. Il nome di questa ricetta deriva proprio dai beccafico, degli uccellini che anticamente venivano consumati soltanto dai nobili. Allora il popolo preparò un piatto simile, ma con quello che aveva a disposizione, come melanzane, carne o proprio le sarde che vi proponiamo oggi. I sapori si mescolano in questo piatto particolarmente saporito. Gli involtini di sarde sono infatti farciti con una miscela gradevolmente dolce realizzata con pangrattato, pinoli, uvetta e zucchero. Il tutto viene ricoperto da una emulsione al profumo d’arancia
LE CASSATELLE
La ricotta è uno degli ingredienti fondamentali della cucina siciliana, il collante che più di ogni altro tiene unite le tradizioni di oriente e occidente. Nella classica cassata siciliana ciò avviene non solo metaforicamente visto che il dolce è diffuso in tutto il territorio, ma anche in senso pratico e architettonico: la struttura di pan di spagna, foderata di pasta reale e decorata con frutta candita è letteralmente cementata dalla ricotta, che dall’interno si fa strada fino in superficie.